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Per Aspera Ad Veritatem n.5
L'uso della realtà virtuale e dei sistemi multimediali nel processo penale

Carlo Sarzana di S. Ippolito - (in "Il diritto dell'informazione e dell'informatica", n. 1, 1996, pp. 21-29)





L'autore, un illustre magistrato e uno tra i più autorevoli studiosi del settore, introduce il concetto di realtà virtuale come "un universo grafico tridimensionale, creato dal computer e interattivo, che consente una totale partecipazione-immersione in una rappresentazione audiovisiva del mondo, nel quale gli oggetti possono essere maneggiati e manipolati in tempo e spazio reali".
Viene poi ad essere posto l'accento sull'efficacia dell'uso della realtà virtuale negli USA, in modo particolare nel settore giudiziario, per la ricostruzione di eventi e accertamenti di responsabilità, pur nella considerazione della necessità di adottare adeguate precauzioni.
Riferendosi alle applicazioni della realtà virtuale al processo penale italiano, Sarzana ne valuta positivamente la validità, sostenendo che le forme di ricostruzione statiche di situazioni ed eventi andrebbero "senz'altro ammesse ai sensi dell'art. 187 cod. proc. pen. (eventualmente facendo ricorso anche all'art. 189)" e ricordando l'uso delle tecnologie informatiche multimediali, con una loro breve illustrazione, nei processi di Milano, a carico degli imputati di Tangentopoli, e in quello celebrato presso la Corte di Assise di Caltanissetta per la strage di Capaci.



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